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Le analisi prospettiche come strumento per comprendere meglio le valutazioni di sostenibilità

L’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) ha pubblicato di recente un rapporto sui fattori di cambiamento in grado di influenzare le prospettive ambientali e di sostenibilità dell’Europa. Abbiamo intervistato Lorenzo Benini, responsabile del progetto, che lavora all’AEA in qualità di esperto della valutazione della sostenibilità dei sistemi.

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Insieme possiamo progredire: costruire un pianeta sostenibile dopo lo shock da coronavirus

Come possiamo costruire un mondo più sostenibile e resiliente in seguito alla crisi scatenata dal coronavirus? In questo periodo critico in cui si prenderanno decisioni chiave per la ripresa, decisioni che plasmeranno il nostro futuro, l’Agenzia europea dell’ambiente riunirà le conoscenze relative al coronavirus e all’ambiente e contribuirà a un dibattito informato.

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Inquinamento acustico: un grave problema per la salute umana e per l’ambiente

L’inquinamento acustico è un problema sempre più grave in tutta Europa, i cui effetti sulla salute potrebbero non essere chiari a molte persone. Ci siamo intrattenuti con Eulalia Peris, l’esperta in inquinamento acustico dell’Agenzia europea dell’ambiente, sulle principali conclusioni della relazione dell’AEA dal titolo «Environmental noise in Europe – 2020» (L'inquinamento acustico in Europa – 2020), che è stata pubblicata all’inizio del mese.

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Riflessioni sugli obiettivi di neutralità climatica in Europa durante l’epidemia di Covid-19

I paesi europei stanno adottando misure drastiche per limitare l’impatto della Covid-19 sulla salute dei cittadini europei e sull’economia. Le crisi di questa portata tendono ad avere ripercussioni immediate e gravi su intere popolazioni e sull’economia. Considerando il suo potenziale in termini di effetti sui settori economici chiave, è atteso che la crisi da coronavirus riduca alcuni degli impatti delle attività economiche sull’ambiente e sul clima. Tuttavia, non è assolutamente grazie a crisi profonde e improvvise con un costo estremamente elevato per la società che l’Unione europea si è impegnata a trasformare la propria economia e a conseguire la neutralità climatica entro il 2050. Il Green Deal europeo e la recente proposta di una legge europea sul clima invocano invece una riduzione irreversibile e progressiva delle emissioni, garantendo al tempo stesso una transizione equa che sia di sostegno agli interessati.

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È il momento di agire per il clima, la natura e le persone

L’anno 2019 sarà ricordato come un momento di svolta per il clima e per l’ambiente in Europa. Milioni di europei e di persone nel mondo hanno partecipato a manifestazioni ed esortato i responsabili politici all’azione. Valutazioni scientifiche fondate su prove concrete, come la relazione sullo stato dell’ambiente dell’Agenzia europea dell’ambiente (SOER 2020), hanno sottolineato la portata delle sfide che ci attendono e la necessità di un intervento immediato. Queste richieste si stanno ora trasformando in una tabella di marcia politica. Il Green Deal europeo presentato dalla Commissione europea è un inizio promettente per il decennio cruciale che si è appena aperto.

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La relazione 2020 dell’AEA sullo stato e le prospettive dell’ambiente in Europa svolge un ruolo essenziale nel sostenere il rinnovato slancio dell’Europa verso la sostenibilità

All’inizio di questo mese l’Agenzia europea dell’ambiente ha pubblicato la relazione dal titolo «L’ambiente in Europa: Stato e prospettive 2020 (SOER 2020)». La relazione è giunta alla conclusione che l’Europa non riuscirà a centrare gli obiettivi fissati per il 2030 senza un intervento urgente nei prossimi dieci anni per affrontare l’allarmante tasso di perdita di biodiversità, gli effetti sempre maggiori dei cambiamenti climatici e l’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali. Il documento offre anche delle soluzioni chiave, che aiuterebbero l’Europa a ritrovare la rotta giusta per il conseguimento di questi obiettivi. Abbiamo incontrato Tobias Lung, esperto dell’AEA per la valutazione e il coordinamento del SOER, per discutere il ruolo della relazione SOER 2020.

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Governance – Agire insieme per una gestione sostenibile del terreno

Chi possiede il terreno e le sue risorse? Chi decide come possono essere utilizzati? In alcuni casi il terreno è di proprietà privata e in quanto tale può essere oggetto di compravendita e utilizzato esclusivamente dal proprietario. Spesso il suo uso è disciplinato da disposizioni nazionali o locali, ad esempio dalle norme sulla conservazione delle aree boschive. In altri casi, determinate aree sono destinate soltanto alla fruizione pubblica. Ma il terreno non è soltanto un’entità spaziale o territoriale. Quando noi tutti utilizziamo il terreno e dipendiamo dalle sue risorse, ai fini di una gestione sostenibile è necessario che i proprietari, i legislatori e gli utenti a ogni livello – da quello locale a quello globale – collaborino tra loro.

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Editoriale – Suolo e territorio: verso un uso e una gestione sostenibili di queste risorse vitali

Non possiamo vivere se il suolo e il territorio non sono sani. È sul suolo che produciamo la maggior parte del cibo che mangiamo e costruiamo le case in cui abitiamo. Il territorio è d’importanza vitale per tutte le specie – siano esse animali o piante che vivono sulla terraferma oppure nell’acqua. Il suolo – uno dei componenti essenziali del territorio – è un elemento brulicante di vita, molto complesso e spesso sottovalutato. Purtroppo, il modo in cui oggi utilizziamo il suolo e il territorio in Europa e nel mondo non è sostenibile. Tale circostanza ha notevoli ripercussioni sulla vita sulla terraferma.

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Intervista – La contaminazione del suolo: l’inquietante eredità dell’industrializzazione

La contaminazione del suolo è una questione strettamente collegata al nostro comune passato e fa parte del percorso che ha portato l’Europa a essere all’avanguardia dapprima nell’industrializzazione e poi nella protezione dell’ambiente a livello mondiale. Abbiamo parlato con Mark Kibblewhite, professore emerito presso la Cranfield University (Regno Unito) e uno dei maggiori esperti di suolo europei, per comprendere meglio il problema della contaminazione del suolo.

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Cambiano i menù, cambiano i paesaggi – Agricoltura e cibo in Europa

La maggior parte del cibo che mangiamo è prodotta nel suolo e sul terreno. I cibi che mangiamo e i modi in cui li produciamo hanno subito profondi cambiamenti nell’ultimo secolo, e lo stesso vale per il paesaggio e la società europei. Un’agricoltura più intensiva ha permesso all’Europa di produrre generi alimentari in maggiori quantità e a prezzi più accessibili, ma a spese dell’ambiente e dell’agricoltura tradizionale. Ora è giunto il momento di ripensare il nostro rapporto con il cibo che consumiamo e anche con il territorio e le comunità che lo producono.

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Copernicus – Monitorare la Terra dallo Spazio e dalla Terra

Conosciuto come gli «occhi dell’Europa sulla Terra», il programma di osservazione e monitoraggio dell’UE Copernicus sta rivoluzionando il modo in cui comprendiamo e pianifichiamo un uso più sostenibile delle nostre preziose risorse del suolo e del territorio. Dalla pianificazione urbana alle vie di trasporto, dagli spazi verdi all’agricoltura di precisione e alla gestione delle foreste, Copernicus fornisce informazioni dettagliate e tempestive sul monitoraggio del territorio per sostenere il processo decisionale.

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Intervista – Il suolo: un tesoro vivente sotto i nostri piedi

Il suolo è molto più che sabbia e limo inanimati. Il suolo è ricco di esseri viventi, che vanno dagli organismi microscopici ai mammiferi di maggiori dimensioni, e tutti quanti interagiscono in un numero altrettanto elevato di microhabitat. Le loro interazioni ci forniscono cibo e fibra, acqua e aria pulite, processi industriali privi di sostanze chimiche sintetiche e persino cure per molte malattie. Con il dottor David Russell del Museo di storia naturale Senckenberg (Germania) abbiamo parlato di biodiversità del suolo e di ciò che essa significa per il nostro pianeta.

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Suolo, territorio e cambiamenti climatici

I cambiamenti climatici hanno un forte impatto sul suolo; inoltre, variazioni nell’uso del territorio e del suolo possono accelerare oppure rallentare tali cambiamenti. Senza suoli più sani e senza una gestione sostenibile del suolo e del territorio non potremo affrontare la crisi climatica, produrre cibo sufficiente e adattarci a un clima in cambiamento. La soluzione può consistere nel preservare e ripristinare gli ecosistemi principali, lasciando che sia la natura a catturare il carbonio dall’atmosfera.

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Suolo e territorio in Europa – Si può arrestare l’espansione delle città e del cemento?

Il paesaggio dell’Europa sta cambiando. Le città e le loro infrastrutture si stanno espandendo su terreni agricoli produttivi, frammentando ulteriormente il paesaggio e interessando la fauna selvatica e gli ecosistemi. Oltre alla frammentazione del paesaggio, il suolo e il territorio sono esposti a varie altre minacce: contaminazione, erosione, compattazione, impermeabilizzazione, degrado e persino abbandono. Perché non ricicliamo il territorio già occupato dalle città e dalle infrastrutture urbane, invece di utilizzare i terreni agricoli?

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L’adattamento ai cambiamenti climatici è fondamentale per il futuro dell’agricoltura in Europa

Le ondate di caldo e gli eventi meteorologici estremi della scorsa estate hanno infranto i nuovi record climatici in Europa, rafforzando ancora una volta l’importanza dell’adattamento al cambiamento climatico. Ci siamo incontrati con Blaz Kurnik, un esperto dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) in materia di impatto del cambiamento climatico e le startegie di adattamento, per discutere della nuova relazione dell’AEA sull’impatto dei cambiamenti climatici sull’agricoltura in Europa, pubblicata all’inizio di questo mese.

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Realizzare la sostenibilità: le nuove politiche europee offrono un’opportunità unica

Ursula von der Leyen, presidente eletto della Commissione europea, ha definito le priorità politiche della sua squadra per i prossimi cinque anni. Un Green Deal europeo, che delinea un’azione più ambiziosa sulle crisi del clima e della biodiversità, è al centro del suo programma. Le politiche europee affrontano da tempo il degrado ambientale e i cambiamenti climatici con un certo successo e alcuni fallimenti. Sostenuto da crescenti inviti all’azione da parte dell’opinione pubblica, questo nuovo mandato politico, con la nuova Commissione europea e il nuovo Parlamento europeo, offre un’opportunità unica per intensificare e accelerare una transizione verde e giusta per l’Europa.

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L’AEA compie 25 anni: l’esperienza alla base dell’obiettivo della sostenibilità in Europa

Come sarà l’ambiente europeo tra 25 anni? Raggiungeremo la nostra visione comune di «vivere bene, entro i limiti del nostro pianeta»? Saremo in grado di limitare il riscaldamento globale e di costruire città resilienti alle sollecitazioni climatiche, circondate da una natura in buona salute? Dalle recenti elezioni del Parlamento europeo emerge che gli europei sono sempre più preoccupati. La prossima generazione europea invoca misure urgenti, ma in che modo le loro richieste di un futuro sostenibile plasmeranno l’ambiente e lle politiche socio-economiche del continente? In occasione del nostro 25o anniversario, stiamo riflettendo su come le conoscenze e le politiche ambientali europee si siano sviluppate in questi 25 anni e su come noi, l’AEA e le sue reti, possiamo sostenere gli sforzi verso la sostenibilità nei prossimi 25 anni.

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La prevenzione è fondamentale per affrontare la crisi dei rifiuti di plastica

I rifiuti di materie plastiche rimangono un problema enorme e in crescita. Ma cosa fa l’Unione europea per risolverlo? Ioannis Bakas, l’esperto dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) in materia di prevenzione dell’inquinamento da rifiuti, fornisce una breve panoramica della relazione dell’Agenzia sulla prevenzione dei rifiuti di plastica in Europa, pubblicata all’inizio del mese.

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In che modo i pericoli per l’ambiente danneggiano le fasce vulnerabili in Europa?

Occorre un’azione mirata per proteggere meglio le popolazioni più vulnerabili in Europa, tra cui i poveri, gli anziani e i bambini, dai rischi ambientali quali l’inquinamento atmosferico e acustico e le temperature estreme. Aleksandra Kazmierczak, esperta di adattamento ai cambiamenti climatici dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), illustra le principali conclusioni di una nuova relazione dell’AEA che valuta i legami tra le disuguaglianze sociali e demografiche e l’esposizione all’inquinamento atmosferico, all’inquinamento acustico e alle temperature estreme.

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La necessità di garantire un ambiente sano per un’economia sostenibile e una società equa

Il nostro pianeta sta affrontando sfide senza precedenti in termini di clima e ambiente che, nel loro insieme, costituiscono una minaccia per il nostro benessere. Tuttavia, siamo ancora in tempo per adottare misure decisive. Il compito da svolgere può apparire arduo, ma possiamo ancora invertire alcune tendenze negative, adattarci per ridurre al minimo i danni, ripristinare ecosistemi cruciali e meglio proteggere ciò che abbiamo. Per conseguire la sostenibilità a lungo termine dobbiamo considerare l’ambiente, il clima, l’economia e la società come parti inscindibili della stessa entità.

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